Comunicato stampa
18 maggio 2005

   
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Materiali da Cantiere

Il tentativo della sinistra roccaseccana di mettere a frutto anni di mobilitazione sui temi più scottanti, a partire dal lavoro e dalle questioni sociali, esplosi sul nostro territorio con intensità maggiore di quanto la crisi abbia determinato altrove, trova a quanto pare larghi consensi. Il Cantiere della cittadinanza attiva, o del nuovo Municipio, secondo le preferenze lessicali di ciascuno, è una forma di rottura forte rispetto alle pratiche da bassa cucina politicista finora propinate agli elettori, senza che questi avessero la minima possibilità di meditare su possibili alternative. E non parliamo soltanto di metodi nuovi, di cui ognuno si riempie la bocca ma spesso a sproposito ogni volta che bisogna inventare nuove strategie di marketing elettorale per conquistare clienti e consensi alla propria immagine. Stiamo invece dicendo che la sfida lanciata unitariamente dai partiti della sinistra nella mefitica palude dello scontro di interessi nel nostro Comune rappresenta una alternativa nella sua stessa essenza, cioè non solo nella formula, che vuole (anche abbastanza ovviamente) mettere a confronto programmi e valori, scelte ed interessi della sinistra e dei democratici più moderati, per ottenere un centro-sinistra quanto più largo e condiviso ma fondato su scelte strategiche e non subalterno a lotte personali e faide di capibastone di diversa collocazione, anche se del medesimo orientamento affaristico-clientelare. La rottura con il passato, recente e meno recente, sta nel voler tentare un assalto al cielo di prospettiva, non limitato ad una meschina tornata elettorale, ma proteso a ristabilire le condizioni per la partecipazione democratica nel nostro territorio. E come si fa? Per esempio, portando sì, le proprie proposte al vaglio della società, ma costruendo al contempo con essa un percorso di aggregazione delle esperienze effettivamente vive sul territorio, quelle che hanno maturato bagagli di grande competenza e di conoscenza delle problematiche non per aver letto qualche statistica ma per essersi confrontate quotidianamente e costantemente per anni con le inefficienze, le carenze, le vere e proprie responsabilità eluse dai vecchi baroni del potere locale. Ci sembra davvero un modo concretissimo di affrontare il tema del programma in modo interessante per i cittadini, che in questa maniera non devono leggere ed approvare, ma portano i loro mattoni per costruire. Concretamente. E il programma diviene così non una dichiarazione formale che potrebbe accogliere le firme di chiunque, ma l’individuazione di concrete aree di intervento, di competenze capaci di affrontarle e di responsabilità liberamente assunte di fronte alla comunità. Da tempo sosteniamo che sarebbe ora di smetterla con i soloni buoni per qualsiasi carica, e cominciare ad affidare davvero alle competenze maturate nel territorio responsabilità e strumenti adatti ad affrontare le problematiche della società. Perché democrazia non è delegare, ma mettere il governo in mano ai cittadini organizzati e competenti. Sappiamo che non tutte le problematiche con cui deve convivere la società roccaseccana sono originate da diretta responsabilità degli amministratori, di maggioranza o di minoranza, ma è pur vero che la cittadinanza è sempre stata esclusa da qualsiasi forma di partecipazione (per favore, si taccia sui goffi tentativi di spacciare per partecipazione certe forme di chiamata alle armi tardive e senza logica), in una ottica populista e aristocratica della gestione della cosa pubblica in forma assolutamente riservata, quando non privata. Bene, per i Comunisti Italiani questo rappresenta un grande risultato, visto che su questo terreno si sono sempre battuti. La nostra partecipazione fin dalle prime battute alla costruzione del Cantiere è avvenuta quindi con l’entusiasmo di chi vede realizzarsi poco a poco un quadro che riteniamo l’unica condizione utile al cambiamento. Tutte le nostre battaglie sono state condotte nel segno della chiamata alla partecipazione, abbiamo cercato in ogni momento della nostra attività di rendere chiaro quanto pesassero le conseguenze della delega in bianco affidata ai soliti personaggi di turno, che puntualmente si sono rivelati, come sempre da noi denunciato, o incapaci, o interessati al proprio tornaconto, o tutte e due le cose insieme. Certo, ci sono stati e ci sono personaggi minori che magari in buona fede hanno creduto di poter dare un contributo disinteressato alla conduzione del Comune nel modo più utile. Tuttavia, queste semplicistiche ricette da bravi ragazzi nulla possono quando vengono in conflitto con i padroni dei pacchetti di voti, e questi nostri cittadini dal cuore d’oro hanno sempre dovuto cedere il passo agli interessi “superiori”. Ecco, noi pensiamo che l’interesse generale, il lavoro amministrativo debbano esser non una intuizione del capopolo di turno, ma compito e responsabilità dei cittadini attivi. La nostra idea di partecipazione nasce e si sviluppa quindi su un binario chiaro: non basta votare, non si è maturi democraticamente se si limita la propria scelta ad una adesione ad un progetto confezionato da altri. Pensiamo che il popolo di Roccasecca sia maturo per pretendere, come noi facciamo, di costruire il proprio ambiente civile, la propria città, con i materiali e le tecniche di cui si è impossessato in anni di attività sul territorio, nell’ambito dell’intervento sociale, culturale, del lavoro, della solidarietà. L’alternativa adesso c’è: o ti costruisci la tua città, o ti rassegni a vivere in una città costruita a misura di altri. Ai cittadini attivi la scelta.

   
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